L’attesa è l’atteggiamento che caratterizza il tempo dell’ Avvento. Essa è accompagnata nelle liturgie di questo tempo da tre figure della storia biblica-cristiana: Isaia, Maria e Giovanni Battista.
Isaia rappresenta la voce della profezia che invita a mantenere viva nella nostra vita quotidiana la fede, ossia a restare fedeli a Dio.
Maria diventa il modello della disponibilità al progetto di Dio: il senso della storia umana e della vita di ogni singolo non dipende dai nostri calcoli o dalle nostre prestazioni religiose, ma dalla collaborazione al progetto di Dio sull’umanità.
Giovanni Battista è colui che invita alla conversione del cuore, a dare alla nostra vita una direzione sempre più corrispondente alla volontà di Dio rivelata in Gesù.
L’Avvento è perciò anche tempo di preparazione gioiosa: la speranza infatti di uno che può salvarci produce gioia: il Natale di Gesù in cui confluisce il tempo di Avvento, ci annuncerà gioia e pace. Non la pace del mondo, che è sempre tregua provvisoria tra i conflitti, ma la possibilità di una vita riuscita e vissuta in armonia con Dio, tra noi e con il creato. Celebrare il Natale di Gesù è, allo stesso tempo, riscoprire il mistero dell’uomo e della sua destinazione in Dio.
Da parte nostra occorre però anche la consapevolezza che l’incontro con Colui che viene a salvarci comporta un “giudizio” sulla storia e sul nostro modo di vivere. Il giudizio sulla vita, alla luce della sua presenza e della sua parola, chiede cambiamento radicale, conversione continua dei nostri stili di vita.