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Vivere la Messa

Giovanni Paolo II ha scritto che “occorre non dimenticare che la proclamazione liturgica della parola di Dio, soprattutto nel contesto dell’assemblea eucaristica, non è tanto un momento di meditazione e di catechesi, ma è il dialogo di Dio con il suo popolo”.In altre parole, la liturgia della Parola non è semplice informazione, istruzione, ma preghiera nel significato più alto di questo termine, cioè ascolto e contemplazione, esperienza di Dio che parla! E’ necessario, quindi, avere a disposizione alcuni laici che siano particolarmente idonei e preparati a compiere questo ministero. Una preparazione che deve essere soprattutto spirituale, ma è anche necessaria quella propriamente tecnica. Non è dignitoso affidare le letture a caso. Non basta neppure il desiderio e la disponibilità a compiere questo ministero. I lettori non si improvvisano pochi istanti prima della messa e tanto meno a messa iniziata chiamando a caso qualcuno. Anche se questi leggesse bene, la pessima testimonianza di improvvisazione trasmette un disagio e un atteggiamento negativo che oscurano l’importanza e la dignità della parola di Dio.

Sovente durante la liturgia della Parola l’assemblea si trasforma in una sala di lettura. I foglietti o altri sussidi simili, che pure possono avere un’utilità in fase di preparazione alla messa o come approfondimento successivo, ma non durante la celebrazione, pur con tutte le buone intenzioni, finiscono inevitabilmente per ostacolare una autentica partecipazione attiva, nonostante tutte le ragioni a favore. La lettura individuale di qualsiasi testo non è prevista nella celebrazione liturgica. La lettura individuale separa, isola, divide; l’ascolto invece unisce, manifesta ed alimenta quella comunione che costituisce lo specifico della celebrazione liturgica. Ovviamente, chi presta la voce al Signore che parla al suo popolo deve essere in grado di farsi ascoltare dando anche alle parole tutta la pregnanza del loro significato e del loro suono. Non si tratta di teatralità; si tratta piuttosto di dare verità e pregnanza alla Parola attraverso tutte le possibilità della voce umana, del cuore e dell’anima.

 

Silvano Sirboni