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… nell’attesa della tua venuta

letterina confidenziale

Caro Gesù,

è arrivato anche quest’anno l’Avvento per ricordarci le tue venute.
Ad ogni messa noi cantiamo: ”Annunciamo la tua morte, Signore; proclamiamo la tua resurrezione; nell’attesa della tua venuta”. Ma non so se lo facciamo sul serio o come dei dischi che si sono inceppati.

Ho l’impressione che siamo degli smemorati: non ricordiamo che sei venuto 2000 anni fa, mandato dal Padre, a portare a tutti Luce e Vita. Sembra che quando noi festeggiamo ogni anno la tua nascita, il grande dimenticato sei proprio tu! Tra tante luci e feste, manchi o, al più, sei il personaggio di una storia lontana, o di una fiaba, forse anche virtuale come quelle che i nostri bambini hanno nei loro giochi elettronici.

Ancora meno ricordiamo la tua promessa: ”Ritornerò!”. Dovrebbe essere un’attesa festosa e febbrile che racchiude i nostri desideri e speranze. E invece… vorremmo che tu venissi a comando, quando diciamo anche ad alta voce i nostri grandi ‘perché’.
Perché il Signore non vede?... Perché permette certe cose?... Perché non interviene? Perché non fa quello che gli chiediamo?
Siamo, come vedi, proprio impertinenti perché vorremmo insegnarti il mestiere  e, oltre che dimenticoni, siamo anche distratti. Perché, oltre tutto, tu continui a venire a cercarci, a incontrarci, a mandarci i tuoi messaggi. La vita di ogni giorno, gli avvenimenti del mondo, gli incontri, le occasioni, le persone portano sempre con sé il timbro della tua incarnazione, di quel tuo esserti fatto ‘carne’, uomo come noi, perché noi - come te - diventiamo figli del Padre.
E, allora, caro Gesù, rinfresca la nostra memoria in modo che questa diventi attualità; che la nostra attesa diventi scoperta, gioia, incontro.
Così festeggeremo con te la nostra nuova nascita di uomini e di cristiani.

Con affetto (assieme a molti altri!) tuo
don Claudio